Difficile cominciare la recensione di Wolfenstein The New Order perchè di primo istinto verrebbe da scrivere della storia del brand che ha dato i natali al genere dei first person shooter. Dall’altra però, la produzione diBethesda, a parte il nome, il genere di appartenenza e la “nemicaglia” nazista da combattere ha ben poco con cui spartire con il titolo originale ed i precedenti reboot/remake.
The New Order è il titolo di debutto di MachineGames, team svedese nato dalla ceneri di Starbreeze, che ci vede in un passato alternativo, negli anni ’60 per la precisione, in un mondo dove i nazisti, grazie a delle tecnologie avanzate misteriose, hanno vinto la seconda guerra mondiale ed hanno conquistato l’intero pianeta. Il nostro alter ego digitale, il soldato a stelle e strisce William BJ Blazkowicz, è rimasto in una sorta di coma per quindici anni ed ora, risvegliatosi, non ha nessuna intenzione di arrendersi ai seguaci di Hitler e farà veramente di tutto per formare una resistenza al terzo reich.
Il sistema di scelta dell’arma aiuta anche in questo caso: MachineGames, grazie alla classica ruota per la scelta, mette a disposizione armi per spaccare letteralmente tutto ciò che ci sta intorno ed armi meno rumorose come pistole silenziate e coltelli per uccisioni alle spalle. In questo nostro uccidere Nazisti a destra a manca, inoltre, ci viene incontro anche una IA non sempre brillante che funziona un po’ a zone. Ogni guardia ha un suo raggio di azione che se invaso la mette in allerta. Basta, però, uscire da quest’area, per far tornare la pace. E forse, proprio per ovviare a questo limite, ecco l’ingresso, fra le forze nemiche, dei generali che sono in grado di attivare gli allarmi e, di conseguenza, allertare tutti i soldati ed i cani presenti in zona.
Al suo annuncio, in molti non hanno scommesso sul reboot di Wolfenstein pensato e sviluppato per console di vecchia e nuova generazione e per sistemi Windows PC. Forse per il suo stile retro – a livello di meccaniche di gioco – o forse per altri oscuri motivi, Wolfenstein: The New Order è rimasto rinchiuso negli stereotipi di un gioco appartenente ad oltre 20 anni fa ed ora, dopo la sua uscita, si prende la rivincita che merita. In fondo è un po’ la storia di William Blazkowicz, un vero e proprio sergente di ferro che dopo essere rimasto per anni sospeso tra la vita e la morte torna negli anni ’60 e si prende la rivincita che gli spetta.
Se tutto il comparto del gameplay funziona a meraviglia pur riproponendo uno stile di gioco retro, alcune lacune vengono evidenziate dalla grafica non proprio “da urlo” come ci aspetteremmo da un titolo anche per console di nuova genereazione uscito nel 2014. Insomma, non siamo graficamente davanti a Battlefield 4 e si vede, in particolare, da texture che non fanno proprio bella figura in primo piano, animazioni un po’ legnose e la mancanza di effetti che, invece, ci aspetteremmo. La colpa, probabilmente, è l’aver progettato il titolo in modo uguale per le console di vecchia e nuova generazione: ovviamente per fare ciò bisogna arrivare ad un compromesso. Ottima, comunque, la resa dei 60fps stabili che rendono tutto molto fluido e visimamente molto piacevole.