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The Giver - il mondo di Jonas

13 Set

The Giver - il mondo di Jonas In evidenza

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Ambientato nel futuro, in una società dove tutte le differenze tra individui sono state annullate e non esiste possibilità di scelta, la vita scorre tranquilla e asettica.

Come ogni anno durante la “Cerimonia dei 12” solo ad uno sarà assegnato il compito di custode delle memorie dell’umanità. Jonas, il prescelto, inizierà a provare sulla propria pelle tutte quelle sensazioni che a nessun altro membro della comunità sono concesse: i colori, il significato dell'amore, del dolore, della frustrazione, ed il terribile segreto della società in cui vive. Si rende conto, quindi, che la strada verso la conoscenza è un cammino molto pericoloso.

Non è assolutamente un brutto film, anzi, esteticamente è curatissimo e il gioco cromatico che mostra il passaggio dal bianco e nero iniziale (senza emozioni) al progressivo colore (quando Jonas assapora la vita passata) è affascinate, pur ricalcando un’idea già portata in scena nel 1998 conPleasantville. Così come non dispiacciono gli interpreti, sia giovani, capeggiati dal Brenton Thwaites di Oculus e Maleficent, sia più maturi, tra cui Jeff Bridges vince di gran lunga su Meryl Streep.

Il problema è che film ambientati in società distopiche in cui un Grande Fratello orwelliano controlla tutto e tutti (qui è il Consiglio degli Anziani capeggiato dalla Streep a vigilare), dove non sono permesse emozioni e le vite sono programmate a tavolino da una mente “superiore”, ne abbiamo visti tanti, per non parlare di racconti e romanzi di fantascienza incentrarti sui medesimi temi. Così come la morale è sempre la medesima e si esalta l’unicità dell’essere umano, dotato di quel libero arbitrio che gli consente anche di sbagliare, mosso dalle emozioni che sono il vero motore della vita.

The Giver – Il mondo di Jonas è questo, dunque, una zuppa riscaldata e soprattutto così appare dopo che a macinare incassi al botteghino c’è stato il brutto Divergent, anch’esso tratto da un romanzo per ragazzi (ma di molto successivo a quello della Lowry), che di fatto ripercorre le stesse argomentazioni di The Giver, con un incipit preoccupantemente simile. Per non parlare poi del fenomeno Hunger Games, che, gira e rigira, tratta sempre i tempi della dittatura intellettuale ed emotiva.

Il punto di forza di questo film sta nel rapporto che si viene a creare tra il futuro Custode della Memoria e il Donatore e questo perché si nota una particolare trasportazione da parte di Jeff Bridges, anche produttore del film. Questo è spiegato perché pare che l’attore di Tron sia un reale fan del romanzo d’origine! Sembra, infatti, che The Giver sia in un limbo produttivo da tantissimi anni, è passato sotto la scrittura di molti sceneggiatori differenti e ogni volta che veniva trovato il regista e la produzione sembrava fosse pronta per iniziare, poi tutto si bloccava.

Il romanzo da cui The Giver è tratto ha ben tre seguiti, il finale del film è aperto, quindi se il film di Noyce vendesse bene nel resto del mondo, non è escluso che potremmo assistere a The Giver – La Rivincita, The Giver – Il Messaggero e The Giver – Il Figlio.


Letto 2688 volte Ultima modifica il Domenica, 14 Settembre 2014 16:00
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